BAGNACAVALLO (11m s.l.m.)
SOLAROLO (25m s.l.m.)
Dislivello: ↑31m ↓14m
Lunghezza: 20 km
Tempo: 5h
Tappe intermedie: chiesa di San Pietro in Silvis, san Potito casa di Nilde Guerra, Cotignola, Chiesa Madonna della Salute in Solarolo
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Descrizione della tappa
Percorso che si snoda tra la campagna romagnola dove incontriamo diverse testimonianze del secondo conflitto mondiale
Dalla chiesa della Pieve di S. Pietro in Silvis di Bagnacavallo si prende via Bagnoli inf.,successivamente si gira a dx in via Bruciamolina. Proseguendo dritto diventa via Storta, dove al numero 13,ci si può fermare alla casa dove ha vissuto venerata Nilde Guerra. Si prosegue sull’argine del Senio,quando si arriva all’incrocio con via Chiusa,si passa davanti al cippo 3579 a ricordo dello sfondamento della linea difensiva tedesca del fiume. Si arriva a Cotignola,in piazza Vittorio Emanuele II è presente una fontana. Proseguendo,in piazza della Resistenza sono presenti le due stele 2306,2307 a ricordo della seconda guerra mondiale. Si continua sull’argine del fiume,all’altezza di via Ponte Pietra (SP 62) è presente una fontana ed un pannello illustrativo di com’era l’ex molino del comune di Cotignola (Chiusaccia). Procedendo sull’argine si affiancherà la SP 7 e facendo 200 mt. di via Corriera si svolta a dx in via Fabbretti. Andando sempre dritto si giunge al Santuario Madonna della Salute. Proseguendo sulla omonima via in fondo si svolta a dx verso il centro di Solarolo e giungiamo alla chiesa di S. Maria Assunta.
NB
In certi periodi dell’anno l’argine del fiume, tra la Chiusaccia e Solarolo, non è percorribile, quindi occorre costeggiare la strada sotto l’argine, via Ponticella. Questa via diventerà poi via san Giuseppe e all’incrocio, girare a sinistra in via Gaggio. Arrivati alla provinciale 7, via Coerriera andare a sinistra fino a via Fabbretti. Girando per quest’ultima via si arriva al Santuario della Madonna della Salute di Solarolo. Poi dal Santuario si gira a destra verso il centro del paese con la chiesa di Santa Maria Assunta in Solarolo.
Luoghi d’interesse
Il percorso è tutto pianeggiante e scorre nella bassa Romagna faentina, tra le pievi e le belle campagne di Romagna piene di frutteti, vigne e cereali.
Il percorso è tracciato dalla storica via dei Romei (medioevo), che traversavano l’antica via faentina (II secolo a.C.) per arrivare a Roma attraverso l’Appennino Faentino, passando per Firenze arrivavano a Roma città Eterna.
Il nostro cammino inizia con la pieve di San Pietro in Sylvis, notevole esempio di architettura protoromanica o esarcale del VII secolo, fra le più belle e meglio conservate della Romagna. L’antica chiesa pare corrispondere al più orientale dei porti lungo la riva sud delle paludi deltizie. Ha facciata sobria e campanile isolato. Al suo interno, diviso in tre navate da archi a tutto tondo su pilastri, spicca nel presbiterio sopraelevato un piccolo altare anch’esso del VII secolo. L’abside, di impianto poligonale reca affreschi forse di un maestro riminese (1320-25). Raffigurano il Redentore fra gli evangelisti, gli apostoli e Cristo crocifisso tra la Madonna e San Giovanni.
Bagnacavallo.
Mantenne sempre i rapporti con le città della via Emilia, dato che da questo luogo, oltre una strada che portava a Faenza, indicata come strata magistra nella “Descriptio” del 1371, i mercanti e i pellegrini potevano contare sui corsi navigabili del Senio, Santerno e del Lamone. Proseguendo nell’antico “castrum Tiberiacum”, ora denominato Bagnacavallo, i pellegrini trovavano un abitato dall’aspetto assai diverso rispetto ad oggi. Della cittadina due-trecentesca resta la traccia degli isolati in quella che ora è la parte nord del centro storico. In piazza Libertà, da dove si dipartono a raggiera belle strade porticate di vecchio impianto, restano forse degli inizi del ‘200 la torre (detta anche dell’orologio) e il contiguo palazzo Vecchio.
Proseguendo il cammino si passa da S. Potito davanti alla casa della venerabile Nilde Guerra.
Attraversando frutteti e campi ben coltivati raggiungiamo la cittadina di Cotignola, questo territorio prese il nome di Cotignola, come è attestato da un documento del 1177. Città di origine romana ma è nel XIII secolo Cotignola conobbe un periodo di continue lotte. Diversi i dominanti che si succedettero, con i Faentini, Estensi, Lughesi e infine lo stato della Chiesa dal 1409 al 1859 con brevi parentesi dagli Sforza ai Veneziani. Nel 1372 viene legata da Papa Gregorio XI alla Città di Faenza e data a Giovanni Acuto, decise di cingere Cotignola di nuovo di mura Da allora in poi il paese venne considerato di grande rilievo e notevole importanza, come è scritto nell’atto notarile del Notaio Pio del Quondam Zangolino de Pedercinis datato 23 giugno 1376 e conservato presso l’archivio di Cotignola. L’unico monumento che ha invece saputo resistere ai bombardamenti della seconda guerra mondiale è il convento dei Minori Osservanti del XV secolo. La chiesa è dedicata a S. Francesco e conserva dentro una teca di vetro il corpo incorrotto del Beato Antonio Bonfadini, il predicatore ferrarese che di ritorno dalla Terra Santa si fermò a Cotignola e qui morì nel 1482. Il monumento conserva al suo interno gli splendidi dipinti del Marchesi e degli Zaganelli, risalenti al XV secolo, nonché le opere in ceramica di Bassi, ceramista e pittore contemporaneo.
Tra gli edifici religiosi, va ricordata anche la Collegiata S. Stefano Protomartire , edificata nel 1376. La chiesa attuale è stata ricostruita dopo la distruzzione degli eventi bellici della seconda guerra mondiale, quando la città di Cotignola fu rasa a suolo al 90%. Nel presbiterio vi è il sepolcro dell’Arcivescovo di Dubrovnick Rinaldo Graziani, scolpito dal faentino Pietro Barilotto nel XVI secolo, e all’interno dell’edificio è possibile ammirare una pregevole tavola della scuola dei Carracci. Altri monumenti abbiamo: La torre D’Acuto e l’antica pieve romana di Santo Stefano in Barbiano.
Solarolo città di arrivo in questa tappa. Le prime comunità umane del territorio solarolese risale all’età del Bronzo Medio (Sec. XVII – XV a.C.) Ben più documentata è la colonizzazione romana del territorio, la quale è legata alle vicende di Bononia – Bologna, poi di Faventia – Faenza e Forum Cornelii – Imola. La “limitatio” (centuriazione), intrapresa a partire dal 187 a.C.. Il periodo medioevale è caratterizzato dai domini che si susseguano di Faenza più a lungo, Bologna ed infine dello Stato della Chiesa fino all’evento dell’unità d’Italia in cui è inserito nel comune di Faenza. Anche il comune di Solarolo, nel periodo fascista e nel conflitto della seconda guerra mondiale, subisce distruzioni e vittime. La ricostruzione, proceduta lentamente, è l’urbanizzazione è cresciuta con criterio a misura d’uomo. E’ un comune moderno e i principali monumenti del territorio sono: l’Oratorio dell’Annunziata, le Mura Manfrediane, la Porta del Castello e il Santuario della Beata Vergine della Salute; realizzato tra il 1731 e il 1736 su disegno del faentino Carlo Cesare Scaletta, con altare maggiore in marmi pregiati opera del Fratelli Toschini di Ravenna. Il Santuario divenne degna sede di un immagine in ceramica della Madonna. La devozione popolare è testimoniata da numerosi ex voto ivi conservati.
LA MAPPA DEL PERCORSO